In occasione dell’evento “Volontariato: i giovani protagonisti della rinascita” e del Festival dei Diritti 2022, i ragazzi di “Bottega delle Idee” hanno creato questa lettera: un appello alla Gioventù di ieri e di oggi, un grido a tutte le generazioni per incoraggiare il mondo al Volontariato…
«Cara Gioventù,
qualcuno una volta ha detto che “per accendere un fuoco basta una fiamma”, non ricordo chi fosse, ma credo che si riferisse a me, a noi, alla mia generazione, alla gioventù di oggi e anche a quella di ieri. Non so bene perché mi abbia toccato, ma ho sentito la necessità di FARE QUALCOSA, di mettermi al servizio della comunità, del mondo che mi circonda. Ti scrivo perché sento il bisogno di spiegare a qualcuno quello che significa per me il VOLONTARIATO, tutte quelle virtù, quei valori che porta con sé e che hanno fatto sì che, oggi, quella fiamma si stia alimentando sempre di più. Ti scrivo perché NOI, io e te, siamo in grado di cambiare le cose. Vorrei che lo capissi.
Il prezioso scrittore e attivista, nonché mio concittadino, Nicolò Govoni, scrisse che “il nostro giorno è oggi”, ed io mi sento davvero fortunata ad avere l’inestimabile dono del tempo. Un tempo che può sembrare, spesso, troppo poco, ma in grado a sua volta di lasciare tracce imperiture. Questo per me è il volontariato: è il regalo che possiamo fare alle persone, senza alcuna distinzione, è il regalo che possiamo fare a noi stessi. Ciò che guadagniamo è un respiro a pieni polmoni di Felicità. Don Milani diceva che il sapere serve solo per donarlo agli altri e io, cara gioventù, vorrei che anche tu capissi la forza e il potenziale di cui disponi.
Una volta ho sentito dire: “io sono i legami che intreccio con gli altri”. Chi siamo noi se non un filo in una continua creazione di legami? Il volontariato è proprio questo. Un insieme di legami che si crea tra le persone, gli enti, le istituzioni, ma soprattutto le vite di tutti. Il volontariato riesce a creare legami preziosi, che durano nel tempo e non si sciolgono. Dal legame nasce la fiducia, la lealtà e la voglia di condividere le proprie esperienze. Questi legami vanno coltivati, giorno per giorno, sono come un piccolo seme che ha bisogno di cure per poter diventare quello che sarà un giorno. La potenza di un legame sta proprio in questo: diventa sempre più forte con il passare del tempo e con la cura che gli si dedica. Cara gioventù, ho bisogno di questo, abbiamo bisogno di questo, di un forte legame che ci unisca e ci faccia crescere. Io ci sto, e tu?
Albert Einstein disse: “Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”. Al giorno d’oggi bisogna correre: le settimane sono diventate giorni, le ore minuti e i minuti secondi, che, precisi, vengono scanditi da un’interminabile misurazione del tempo che scorre sulle teste di ognuno di noi quasi come un monito: non si può fare tardi. Si può vedere sui tabelloni degli orari dei pullman e dei treni, si può vedere nelle scuole e nei luoghi di lavoro, e si può vedere sui nostri smartphone, tablet e computer, tutti costantemente connessi a Internet per non mancare nemmeno un ticchettio di orologio. Questo mondo dinamico e connesso costringe noi giovani a cercare esperienze forti, che possano darci delle competenze e delle conoscenze riutilizzabili poi nel mondo del lavoro, o che siano in qualche modo “utili”. Può sembrare una motivazione egoistica, ma la corrente del progresso va seguita e noi lo sappiamo, perché solo così possiamo lasciare un’impronta. I motivi per cui alcuni di noi vogliono fare volontariato non sono più quelli che ti ricordavi cara Gioventù, ma non smettiamo mai di aiutare il prossimo.
“Il bene si fa ma non si dice”. Quante volte ce lo siamo detti e ce lo siamo sentiti dire, ma perché? Perché non possiamo condividere il bene che ogni giorno portiamo nella nostra vita e nella vita degli altri? Perché il male è più facile da raccontare mentre a parlare del bene si ha sempre un certo pudore? Il bene va condiviso, raccontato così da poter essere RICONOSCIUTO e valorizzato. Io desidererei che ad ognuno di noi venisse riconosciuto il bene che fa con le proprie azioni, sia che si tratti di un semplice “se hai bisogno io ci sono”, o di gesti più concreti, che fanno bene alle persone alle quali sono rivolti. Desidererei che questi gesti venissero raccontati, non nascosti, in modo da essere valorizzati, e non dati per scontati. Se non siamo noi i primi a valorizzarci come possiamo pretendere riconoscimento dagli altri?
Cara gioventù, io lo so e tu lo sai, si dice che “non si nasce imparati”, che la vita è un percorso talvolta in salita, talvolta in discesa. Per me scoprire e incontrare il mondo del volontariato è stata un’avventura, iniziata quasi per caso, e che sta continuando ad evolversi. Prima era difficile per me capire i bisogni delle persone, passavo le giornate da spettatrice; ora invece ho capito che anche io, nel mio piccolo, posso donare un sorriso agli altri. Impegnarsi attivamente nel volontariato per me è stata, anzitutto, un’occasione di crescita: sono diventata una persona migliore, aperta, e interessata. Una crescita che, lo so, non si arresterà mai, mi porterà altrove, mi porterà dove altrimenti non sarei andata. E tu, mia cara gioventù, vuoi crescere anche tu?
Cara gioventù, sono tutte parole bellissime vero? Credo che però ora sia arrivato il momento di agire. Dobbiamo mettere in pratica tutte queste belle idee. Agire non per forza in grande, si può agire anche solo impegnandosi nella propria realtà locale, e poi un giorno magari, chissà, riuscire a fare qualcosa anche di più grande. Ti assicuro Gioventù che anche delle piccole, piccolissime, azioni possono regalare una gioia indescrivibile. Ti racconto una mia esperienza: il secondo anno di liceo ho iniziato a far parte di un’associazione culturale giovanile qui a Cremona e facevamo anche volontariato, in particolare in carcere e insegnavamo agli immigrati la lingua italiana per poter richiedere la cittadinanza. Ti assicuro che vedere il sorriso sui volti delle persone che si sentivano aiutate e supportate, è ancora oggi uno dei ricordi che più mi riempie il cuore di gioia. Le nostre azioni possono fare la differenza. Non lasciamo chi ha bisogno da solo. La ricompensa sarà molto più alta di quella che potresti aspettarti.
Le associazioni hanno sicuramente delle risorse che potremmo definire “nascoste”, ma come accade per i calzini nel cassetto, spesso senza l’aiuto della mamma non riusciamo a trovarli. In questo caso specifico la mamma è la rete. Lavorare assieme genera coesione e ci aiuta a migliorare attraverso collaborazione, confronto e, perché no, anche un pizzico di competizione. Non bisogna mai dimenticare che essere volontari vuol dire fare legami e tali legami portano vantaggi enormi: la suddivisione equa del lavoro tra i vari collaboratori, la possibilità di risolvere eventuali problemi in maniera più veloce e agevole per tutti, e la messa in comune di esperienze, conoscenze personali e talenti professionali. Chiediamo aiuto a “mamma rete” e le risorse comuni non saranno più celate.
Cara gioventù, esiste un fascino di incredibile profondità in alcune parole, apparentemente così piccole e innocue, eppure tanto potenti! Pensa, cara gioventù, che secondo Sigmund Freud, esse, in origine, erano incantesimi, e che, oggi, conservano una parte del loro antico potere magico all’interno del loro significato. Esiste una parola, dotata di un’etimologia potentissima: comunicazione. Deriva dal latino communicare, “mettere in comune”, derivato di commune, composto di cum “insieme” e munis “ufficio”, “incarico”, “funzione”. E non è forse questo uno degli aspetti più profondi del volontariato? Mettere in comune idee, emozioni, propositi e intenti, ma anche azioni concrete e tangibili. Comunicare con persone e realtà diverse, saper ascoltare e farsi ascoltare. Comunicare per confrontarsi e collaborare, ma anche per far sentire la nostra voce, alta e potente come un incantesimo, per diffondere i nostri valori, con solidarietà, cortesia, disponibilità e semplicità d’azione.
Le ultime cose che devo dirti, cara gioventù, sono forse le più interessanti, magari le più divertenti… forse le più scontate. La mia esperienza nel volontariato mi ha fatto capire che al mondo non siamo soli e che siamo sempre in tempo ad aiutare gli altri, anche se un gesto sembra banale, fine a se stesso. Per esempio, raccogliere una cosa caduta distrattamente per terra a qualcuno, smuove una serie di emozioni inaspettate e gradite. Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria; mi piace pensare che un’azione di volontariato ne generi poi a catena altre uguali. Ogni volta che faccio del mio meglio per aiutare una persona è come rinascere, una giornata difficile così si migliora. Il volontariato mi fa stare BENE.
Probabilmente arrivati a questo punto vi starete chiedendo “Sì, ma quindi io che cosa posso fare? Quanto vale la mia azione in un mondo che ha appena superato ufficialmente gli 8 MILIARDI di abitanti?”. Eh… cara gioventù, ti capisco. Io e te, OGNI ESSERE UMANO, per essere motivato, ha bisogno di futuro. La cosa peggiore è che il nostro futuro non è manifesto, anzi, più si avvicina e più appare come una minaccia. Come mi hai fatto ben notare, è opinione diffusa che, in quanto giovani, siamo impotenti e senza voce. Noi saremo la “Società di domani” giusto? Quindi che senso ha occuparsi del presente… ci penseremo più tardi, no? Ecco, è arrivato il momento di far esplodere le nostre voci, dimostrare alla “Società di oggi” che anche noi esistiamo e ne facciamo parte. Qui e ora. Anche noi abbiamo diritto ad avere un futuro.
Una cosa però è vera: da soli non ce la possiamo fare. Ogni casa ha bisogno di fondamenta solide per ergersi alta e resistente. Ricordati quindi, cara gioventù, nonostante tutte le ragioni che tu possa avere, di cercare il dialogo, non la forza. Prenditi cura della tua immaginazione, grazie alla quale darai vita a futuri possibili. Sii sempre aperta al cambiamento, anche di posizione, perché dal confronto possono nascere nuove armonie di idee.»
Bottega delle idee giovani (Auser Unipop Cremona)
Aurora, Debora, Elisa, Elvira, Leda, Niccolò, Rachele, Vittoria